ARCHEOLOGIA. L’associazione culturale organizza un seminario
 

L’Impronta camuna:
un viaggio tra i pitoti

Sergio Botta

Un incontro a Gussago per parlare del linguaggio a partire dalle origini scolpite sulle rocce valligiane

Graffiti rupestri camuni
L’associazione organizzatrice raccoglie centinaia di appassionati della Preistoria della valle dell’Oglio ma ha sede a Brescia, e ha deciso di organizzare un evento culturale a tema a Gussago. Parliamo de «L'arte rupestre della Valcamonica: alle origini del linguaggio figurativo e virtuale», il convegno promosso dall'associazione «Impronta camuna» (la presiede Roberto Bontempi) e che si terrà alla Stacca di Gussago, in via Sale 143, sabato 10 aprile a partire dalle 16.
Per il sodalizio organizzatore, che è stato fondato nel dicembre 2008 e che conta oggi 258 associati, si tratta di un appuntamento importante dedicato a una eredità culturale altrettanto significativa: quelle di un popolo antico che ha lasciato sulla roccia circa 300 mila figure graffite. I «pitoti», tutelati dall'Unesco fin dal 1979 (è stato il primo sito al mondo) sono considerati ormai da molto tempo un primordiale ma efficace mezzo di comunicazione antecedente la scrittura, e a Gussago toccherà ad Angelo Eugenio Fossati, docente di Preistoria e protostoria dell'Università Cattolica di Milano, parlare di uno straordinario complesso di incisioni rupestri databili dal Neolitico alla conquista romana.
Quali sono gli scopi statutari dell'associazione, che ha deciso di contraddistinguersi adattando come nome proprio una definizione archeologica (l’impronta camuna esistente sulla roccia numero 50 di Naquane)? «Il nostro obiettivo è creare occasioni di incontro attraverso iniziative culturali, turistiche, sociali, promozionali - risponde il presidente Bontempi -; sempre con lo scopo di far conoscere una valle ricca di tradizioni, arte e paesaggi. In sostanza vogliamo risalire alle nostre radici».
La seconda parte del convegno ha come titolo «Ricercare», e vedrà impegnati tre relatori moderati da Mino Morandini. Il primo sarà Germano Melotti, che interverrà con «L’impronta lasciata dall'uomo del bosco nelle tradizioni camune»; il secondo il giornalista Giannino Botticchio con «Impronte, linguaggi, tradizioni»; il terzo Franco Liloni, scrittore e ricercatore dialettale, con «Viaggio nella variegatissima compagine dialettale camuna»: una relazione che offrirà uno spaccato dei tanti linguaggi (una quarantina di dialetti) che si possono ascoltare in questo territorio.
Al termine del convegno verrà distribuito in omaggio il libro «La mia vita» di Romano Calvetti, il diario di un novantenne camuno.